La Commissione Jo Cox, istituita nel maggio 2016, presieduta dal presidente della Camera Laura Boldrini, ha indagato intolleranza, xenofobia, razzismo e i fenomeni di odio, presentando nel mese di luglio 2017 la relazione finale. Insomma, stereotipi e discriminazione in genere. Dall’indagine emergono in particolare le discriminazioni sessuali, di genere e gli stereotipi sugli stranieri.

Stereotipi e discriminazione di genere

Iniziamo con gli stereotipi di genere. Il 43,1% degli uomini italiani pensa di dover essere il responsabile del mantenimento economico familiare e di non essere adatti per le pulizie domestiche. Mentre il 34,4% crede che una madre occupata non sia in grado di prendersi cura dei figli come una madre che non lavora.
Il  25% degli italiani pensa che l’omosessualità sia una malattia, e per il 24,8% è bene che un omosessuale non rivesta cariche pubbliche: secondo il 43,1% degli italiani i gay sono uomini effeminati e per 38% le lesbiche sono donne mascoline.
Il rapporto registra ancora che il 40,3% delle persone Lgbt hanno subito discriminazioni e il 15,8% delle donne le hanno subite a scuola.

Stereotipi e discriminazione sull’immigrazione

L’Italia emerge come il paese con il più alto tasso al mondo ignoranza sull’immigrazione:
la maggioranza pensa che gli immigrati residenti siano il 30% della popolazione, mentre sono solo l’8%, e che i musulmani siano il 20% quando invece sono il 4%.
Percentuali più alte di immigrati si trovano per esempio in Austria, Irlanda, Belgio e Germania, ma per il 65% degli italiani i rifugiati sono un peso e godono di privilegi, mentre solo il 21% dei tedeschi lo pensa rispetto al proprio Paese.
Il 29,1% degli stranieri dichiara di aver subito discriminazioni in ambito lavorativo e nella ricerca di una casa.

Discriminazione e abusi

Spesso succede poi che le discriminazioni sfocino in gravi abusi fisici. Il 31,5% delle donne
tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una volta una violenza fisica o sessuale, per lo più da un partner o ex partner; il 23, 3% delle persone Lgbt ha subito minacce e/o aggressioni fisiche e per il 35,5% sono state oggetto di insulti e umiliazioni.

Ultimamente i social sono diventati una valvola di violenza e bullismo, soprattutto tra i ragazzi. In Italia gay e migranti condividono la stessa percentuale di messaggi d’odio su Twitter (il 10,9%). Sullo stesso social le persone disabili sono tra le categorie maggiormente prese di mira e si stanno moltiplicando i siti web antisemiti.
Circa il 50% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni è stato oggetto di episodi di offese o di violenza da parte dei coetanei: il 22% dei ragazzi italiani sono derisi e umiliati in rete.
Un dato importante, è che l’82% dei giovani non considera grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social, come se l’azione online non corrispondesse ad una reale aggressione.