IBM, negli anni, dopo aver abbracciato la filosofia dell’inclusione e della diversità, ha raggiunto diversi obiettivi grazie a buone pratiche di inclusione lavorativa. Ad esempio ha triplicato il suo numero di dirigenti femminili e raddoppiato quello dei dirigenti di ‘minoranza’. Inoltre l’azienda ha iniziato a sviluppare diversi focus proprio sulle minoranze (nello specifico asiatici, persone di colore, ispanici, maturi, etc).

L’impegno di IBM

Oggi l’azienda si concentra su sei fasce: LGBT, differenze generazionali, gender, cultura/etnia, disabilità e integrazione lavorativa più in generale.
Tutte le categorie considerate ‘deboli’ (donne, persone con disabilità, LGBT etc) fanno parte di un ‘reverse mentoring scheme’ per lo sviluppo di una maggiore comprensione dei problemi e delle barriere che li riguardano.

Sede IBM, palazzo bianco con logo esterno IBM


L’impegno di IBM verso il personale omosessuale è poi sostenuto da una politica globale di diversità che vieta categoricamente la discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Questo impegno viene mantenuto indipendentemente dal contesto legislativo delle regioni in cui opera la società (quindi anche dove l’omosessualità è ancora illegale).

IBM ha inserito nella propria cultura aziendale anche la flessibilità lavorativa, non solo per i genitori, ma per tutti i dipendenti ad ogni livello.
Anche l’attenzione per le donne è fondamentale: lo dimostra per esempio il programma realizzato rivolgendosi alle studentesse per attrarre più donne nelle candidature in azienda, oltre al canale YouTube realizzato per mostrare l’importanza delle donne ai poli della tecnologia (scavalcando lo stereotipo tecnologia=uomo).